Delivery d’autore: la pizza gourmet arriva a casa

Cinque maestri e cinque modi di approcciarsi al consumo della pizza al di fuori dei locali. Obiettivo: mantenere elevati standard di qualità

Mangiare la pizza piegata a portafoglio per strada non è una novità. Così come l’asporto o la consegna a domicilio nelle scatole di cartone. Un servizio che oggi però è più che mai ritenuto importante, se non addirittura essenziale, dalla maggior parte degli italiani. A patto però che sia fatto bene. Cinque maestri pizzaioli - Antonio Pappalardo, Tommaso Vatti, Massimo Giovannini, Renato Bosco e Lello Ravagnan - raccontano il loro approccio al delivery pizza ai tempi della pandemia.
Nella Cascina dei Sapori a Rezzato (BS), il mastro pizzaiolo Antonio Pappalardo ha iniziato da subito con il delivery mettendo in campo tutta la sua esperienza. «Abbiamo perfezionato per l’occasione un impasto con una tenuta ottimale durante il trasporto, lavorando per aumentare la croccantezza. Lo scopo principale è mantenere gli standard qualitativi a cui i nostri clienti sono abituati. Questo vuol dire utilizzare le stesse materie prime di sempre, rinunciando ai topping che non terrebbero durante il viaggio».
Le pizze di Tommaso Vatti de La Pergola di Radicondoli (SI), sono invece sottoposte a una precottura in teglia, con o senza pomodoro, e poi vengono completate con topping che consentono di riscaldarle se necessario nel forno di casa prima di essere gustate. Difficile con il trasporto non intaccare l’equilibrio degli ingredienti, tant’è che Massimo Giovannini di Apogeo a Pietrasanta, ha pensato alla formula fai da te dell’impasto da stendere e completare a casa con mozzarella e pomodoro forniti dallo chef per poi procedere alla cottura in padella. Sarà un video tutorial, condiviso sui social, a guidare nella preparazione.
Impasti da rigenerare per poter poi ritrovare a casa tutti i sapori delle creazioni vengono proposti dal pizzaiolo Renato Bosco di San Martino Buon Albergo (VR).
Una scelta imprenditoriale diversa quella invece intrapresa da Lello Ravagnan del Grigoris di Mestre. «Ci siamo posti la domanda se sperimentare il delivery, modalità che non ci era familiare, e abbiamo preferito concentrare piuttosto le energie per portare a termine un nostro nuovo progetto. Si tratta di un lab all’interno di un fondo che ospitava un panificio e della collaborazione più ampia e articolata con lo chef Piergiorgio Parini che ci segue e supporta da oltre un anno».

 


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