La Rosina, cento anni di storia

Siamo a Marostica, in provincia di Vicenza, in un locale che ha tagliato il traguardo del secolo di attività

La Rosina è una donna piccola, vestita con un abito lungo e un fazzoletto in testa e ci guarda un po’ seria dalla fotografia in bianco e nero, che accoglie gli ospiti in quella che era la sua osteria, a Marostica, in provincia di Vicenza.
La foto risale ai primi del Novecento. Il ristorante La Rosina ha dunque tagliato il traguardo del secolo di attività.
«L’anno scorso - racconta Ricardo, uno dei tre figli del titolare Gaetano Lunardon - abbiamo fatto una bella festa intitolata: 100 + 1, dato che ricorrevano i cento anni più uno (era il 1917) dalla nascita di questa impresa familiare».
Tutto nasce da Rosina, una donna intraprendente che, per mantenere se stessa e i figli, e in attesa del ritorno del marito Nardi emigrato in cerca di fortuna in Argentina, decide di affiancare al “casoin” (la tipica bottega alimentare della zona) anche un’osteria, in cui offre una scodella di minestra ai soldati della prima guerra e ai viaggiatori che passano per Marostica.
La Rosina è brava e guarda avanti. Così ben presto, al ritorno del marito, decide di ampliare l’attività. «Oltre alla vendita di vino, frutta e poco altro - dice Gaetano Lunardon - dalla nonna si ballava e ci si divertiva in compagnia, mangiando patate, arachidi e poco altro accompagnati da un buon bicchiere di vino».
Negli anni Cinquanta il menù della trattoria si arricchisce e papà Angelo – padre di Gaetano – tornato dalla campagna di Russia, decide di mandare avanti l’attività insieme alla moglie Rosa proponendo specialità locali, come i fagioli in salsa e l’ottima Sopressa vicentina, il punto di forza dell’offerta.
 
IN CUCINA CON IL TERRITORIO
«Qualità della materia prima, cura del personale e del cliente sono i tre punti fermi della filosofia del nostro locale - spiega Gaetano - in cento anni di attività, nessuno di noi ha mai trascurato questi aspetti, e questo ci ha permesso di arrivare fin qua e di ottenere, per esempio, il riconoscimento della Bib Gourmand Michelin come ristorante selezionato per l'eccellente rapporto qualità prezzo».
E a proposito dei piatti, la tradizione vicentina – dal baccalà mantecato alla selvaggina (cervo, capriolo, germani e anitre selvatiche), ai polli allevati in campagna, alle oche allo spiedo nel grande e scenografico barbecue della sala da pranzo principale, alla polenta e alla pasta fatta in casa - tutto questo fa parte irrinunciabile del menù della Rosina. Insieme agli asparagi bianchi di Bassano, al radicchio di Treviso o al broccolo Fiolaro di Creazzo, in base alla stagione.
«I bigoli all’anatra sono un caposaldo – spiega lo chef Dante Facchin – e lo è anche il risotto, con gli asparagi in primavera o con i funghi in estate, magari accompagnato dallo scorzone che arriva dai Colli Berici. Radicchio e castagne sono gli ingredienti clou in autunno e in inverno.
E naturalmente asparagi e uova nel periodo del Bassanese Dop, per la precisione da San Giuseppe a Sant’Antonio (cioè dal 19 marzo al 13 giugno). «L’agricoltura non segna le date nel calendario - precisa lo chef - ma si aiuta con le ricorrenze dei Santi».
Da qualche anno il menù propone anche Il pesce crudo in estate, come il sashimi di pesce spada di Mazara del Vallo o la trota salmonata con crescione, salsa tartara e caviale.
I dessert sono vari e sempre preparati nelle cucine del ristorante, compresa la crema bruciata alle ciliegie di Marostica, il cremoso al cioccolato bianco oppure il gelato all’acqua di cedro Nardini su zuppetta di ananas.

La Rosina
Contrà Marchetti, 4
Marostica (VI)
www.larosina.it
ristorante@larosina.it
tel. 0424 470360


LA RICETTA
Bigoli con il ragù di anatra

Ingredienti:
400 g di bigoli al torchio freschi, un’anatra giovane media, 100 g di burro, 4 cucchiai di parmigiano reggiano grattugiato, 2 carote, 2 cipolle, 1 costa di sedano, foglie di salvia, sale, pepe.

Procedimento:
Svuotare e pulire l’anatra conservando il fegato e le frattaglie. Metterla in una pentola con acqua fredda, aggiungere le verdure, salare e portare a bollore.
Far cuocere un’ora. Conservare il brodo di cottura.
Tagliare a pezzi le frattaglie e farle rosolare nel burro con la salvia. Disossare l’anatra cotta e trasferire la carne nella casseruola con le interiora unendo un mestolo di brodo di cottura dell’anatra.
Salare e pepare e far cuocere per circa mezz’ora a fuoco lento.
Nel rimanente brodo di cottura dell’anatra, far cuocere i bigoli per 12 minuti.
Scolarli e condirli con il ragù e con il formaggio parmigiano.



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